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D. I requisiti del vecchio (2008-2011) regime dei minimi restano validi ?
R. Sì, i requisiti di ricavi o compensi, beni strumentali, assenza di dipendenti, di regimi speciali IVA ecc. sono confermati anche nel nuovo regime dei minimi
D. Cosa significa il divieto di prosecuzione di un'attività precedente ?
R. L'attività che si inizia dal 2008 in poi non deve rappresentare la prosecuzione di un'attività che era già stata svolta in precedenza, sia sotto forma di ditta individuale che in forma associata o familiare. In altre parole, un contribuente che ha cessato l'attività nel 2010, non può riaprire la partita IVA nel 2012 con il regime dei minimi. Il richiamo dell'Agenzia delle entrate alle disposizioni previste dalla legge 388/2000 hanno la conseguenza che, se l'attività precedente è cessata da più di tre anni, l'attività che si va a iniziare è automaticamente presunta come "nuova". Una persona che ha cessato l'attività nel 2008 può quindi avvalersi del regime dei minimi nel 2012.
D. Mio padre è artigiano: se subentro nell'attività, posso avvalermi del regime dei minimi ?
R. Se l'attività del padre veniva svolta in forma di impresa familiare, di cui si era collaboratore, non è possibile aderire al regime dei minimi, in quanto la nuova attività è considerata prosecuzione dell'attività precedente. Se non si era parte nella precedente attività, è possibile aderire al regime dei minimi se il padre, nell'ultimo anno, non ha superato i 30 mila euro di ricavi.
D. Ero collaboratore familiare in una gelateria artigiana, ora cessata, che fatturava meno di 30 mila euro; posso avvalermi del regime dei minimi per iniziare un'attività di procacciatore d'affari nel settore dell'abbigliamento ?
R. Sì, se si rispettano i tre anni dalla cessazione della vecchia attività, prescritti dalla lettera a) comma 2 art. 27. Infatti nella situazione prospettata sono rispettate le condizioni previste dalle lettere b) e c), dal momento che l'attività intrapresa non è prosecuzione dell'attività precedente né pare possibile parlare di subentro per un'attività di procacciatore d'affari (cfr. domanda precedente), ma rimane da verificare il fatto che il contribuente non abbia esercitato nei tre anni precedenti attività autonoma.
D. Mio padre è geometra: se subentro nell'attività, posso avvalermi del regime dei minimi ?
R. No. L'Agenzia delle entrate nella circolare 17/E/2012 (§ 2.2.3) sottolinea che la condizione c) comma 2 art. 27 si applica esclusivamente alle imprese ("qualora venga proseguita un'attività d'impresa svolta in precedenza da altro soggetto [...]"). Non è quindi mai possibile fruire del regime dei minimi in caso di prosecuzione di attività professionale svolta da un altro soggetto, indipendentemente da tutte le altre condizioni.
D. Voglio intraprendere un'attività con il regime dei minimi con mio marito in qualità di collaboratore familiare, però lui ha già esercitato attività di impresa lo scorso anno. Posso aderire al regime dei minimi ?
R.Sì,nella circolare 17/E/2012 (§ 6.1.2) il fisco conferma che il reddito dell'impresa familiare è interamente riconducibilie all'imprenditore, il quale deve dichiarare per intero il reddito dell'impresa familiare e versate personalmente la totalità dell'imposta sostitutiva. Il collaboratore non deve dichiarare la propria quota di reddito. Occorre in ogni caso verificare che l'attività precedente, se analoga alla nuova, sia attività di impresa con ricavi inferiori al 30 mila euro di cui alla condizione c) comma 2 art. 27. Siccome il regime dei minimi ha solo valenza fiscale, gli obblighi di iscrizione alla gestione pensionistica INPS artigiani / commercianti seguono le regole ordinarie.
D. Ero iscritto agli elenchi previdenziali di artigiani / commercianti, ma non è mai stata costituita formalmente l'impresa familiare: posso avvalermi del regime dei minimi ?
R. Manca una risposta ufficiale del fisco, tuttavia dovrebbe essere negativa perché l'iscrizione all'INPS equivale all'attestazione di esistenza di una collaborazione effettiva.
D. Sono dipendente di una ditta artigiana; mi voglio dimettere per aprire un'attività in proprio nello stesso settore. E' un'attività nuova ?
R. Premesso che la novità dell'attività deve essere valutata caso per caso, sulla base di quanto esposto nella circolare 8/E/2001 (§ 1.9.4) si può concludere che l'apertura di un'attività in concorrenza non è prosecuzione di un'altra attività, quando quest'ultima rimane attiva. La nuova impresa può quindi aderire al regime dei minimi, se rispetta le altre condizioni (fatturato, beni strumentali, ecc.)
D. La ditta per cui lavoravo come dipendente è fallita. Posso aprire una mia ditta per fare la stessa attività ?
R. Sì, in base a quanto esposto al paragrafo 2.2 del provvedimento 185820/2011 dell'Agenzia delle entrate, qualora si possa dimostrare di aver perso il lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà, si può aderire al regime dei minimi anche in caso di prosecuzione di attività. Ovviamente occorre rispettare i limiti di fatturato, beni strumentali ecc.
D. Sono stato licenziato a seguito di una riduzione del personale da parte di una ditta di impianti elettrici. Posso iniziare un'attività in proprio come elettricista ? Posso lavorare in subappalto per il mio ex datore di lavoro ?
R. Sì, vale quanto detto sopra nel caso di perdita di lavoro per cause indipendenti dalla propria volontà. La possibilità di lavorare in subappalto per l'ex datore di lavoro è stata esplicitamente ammessa da una risposta fornita durante il convegno Telefisco 2012.
D. Un ente pubblico non mi rinnova il contratto a progetto e mi richiede di aprire partita IVA per fare il medesimo lavoro. Posso aderire al regime dei minimi ?
R. Sì, se la durata del contratto a progetto non supera la metà del triennio precedente l'inizio attività con partita IVA (circolare 17/E/2012 § 2.2.2); altrimenti occorre poter dimostrare che si è perso il lavoro precedente per cause indipendenti dalla propria volontà. Resta da capire se la fine di un contratto a termine rappresenta sempre la cessazione del rapporto di lavoro per causa non imputabile al dipendente o se questi può essere può essere ritenuto "corresponsabile" della fine del contratto di lavoro proprio per aver firmato un contratto a tempo determinato.
D. Lavoro come dipendente in una società e vorrei aprire partita IVA per alcuni lavori extra che superano il limite previsto per le collaborazioni occasionali. La società mi ha autorizzato perché non c'è conflitto di interessi. Posso aderire al regime dei minimi ?
R. Visto che il rapporto di lavoro dipendente rimane in vita, la nuova attività non può essere la trasformazione della precedente: pur in assenza di risposte esplicite del fisco, appare possibile aderire al regime dei minimi. Esiste una potenziale criticità qualora il rapporto di lavoro dipendente dovesse cessare e dovesse instaurarsi un rapporto di consulenza con l'ex datore di lavoro.
D. Ho una partita IVA con il regime dei minimi. Mi hanno proposto un'assunzione a termine per 6 mesi. Posso conservare il regime dei minimi, sia durante l'assunzione che dopo, fino alla scadenza naturale ?
R. In linea di massima, sì. Come già era stato chiarito per la formulazione originaria del regime dei minimi 2008-2011 e spiegato nella circolare 7/E/2008 (§2.4), non è possibile accedere al regime dei minimi se contemporaneamente si partecipa in società di persone (Snc, Sas) o in Srl tassate per "trasparenza" dato che tali partecipazioni consentirebbero di aggirare il limite di 30 mila euro di ricavi. Il possesso in contemporanea di un reddito da lavoro dipendente non preclude, invece, l'accesso al regime dei minimi. Nella situazione prospettata occorre però prestare attenzione che eventuali rapporti con l'ex datore di lavoro, successivi alla cessazione del contratto di assunzione a termine, non costituiscano "prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente", vietata dal comma 2 lettera b dell'art. 27.
D. Svolgo un'attività professionale e rientro nel regime dei minimi sia per il 2011 che per il 2012; nel 2011 ho emesso fatture con indicata la ritenuta d'acconto ma al 31.12 non le avevo ancora incassate. Cosa succede ora che è stata soppressa la ritenuta ?
R. E' opportuno comunicare al cliente che il pagamento deve essere effettuato senza applicazione della ritenuta, come previsto al paragrafo 5.2 del provvedimento 185820/2011 dell'Agenzia delle entrate.
D. Ho aperto partita IVA nel 2011 con il regime delle nuove iniziative L. 388/2000. Visto che adesso la tassazione dei minimi è più bassa, posso cambiare regime ?
R. Sì, in base a quanto previsto nella circolare 73/E/2007 (§ 2.3.1), occorre comunicare al fisco tramite modello AA9 la revoca del regime delle nuove iniziative. In presenza dei requisiti di ricavi e valore dei beni strumentali, avviene in automatico il passaggio al regime dei minimi.
D. Ho aperto partita IVA nel 2011 con il regime delle nuove iniziative (legge 388/2000). Nel 2012 vorrei passare al regime dei minimi, ma mi sono dimenticato di presentare entro il 30 gennaio 2012 il modello AA9 con la revoca del precedente regime. Cosa posso fare ?
R. Come indicato nella circolare 7/E/2008 al paragrafo 3.6, il passaggio verso il regime dei minimi avviene naturalmente, in presenza delle condizioni di accesso previste (limiti di fatturato, di beni strumentali ecc.). L'omissione della comunicazione è irrilevante se il contribuente applica in concreto il regime dei minimi (cosiddetto "comportamento concludente").
D. Esco dal regime dei minimi perché l'hanno scorso ho conseguito 30.500 euro di di ricavi: posso aderire al regime delle nuove iniziative, che ha un limite di ricavi di 30.987 euro ?
R. No, il regime delle nuove iniziative può essere adottato solo al momento di apertura della partita IVA.
D. Ho lasciato il regime dei minimi: devo applicare l'IVA sulle fatture emesse ma non ancora incassate ?
R. No, l'IVA si applica in base alle regole in vigore al momento di emissione della fattura. Ai fini delle imposte dirette, al contrario, l'operazione concorre a formare il reddito al momento dell'incasso.
D. Come si calcola il limite di 30.000 euro ? Devo considerare anche la rivalsa previdenziale o no ?
R. Dipende dall'ente previdenziale di iscrizione. Nel caso di iscrizione alla gestione separata INPS istituita dalla legge 335/1995, il contributo fa parte integrante del compenso, quindi concorre al limite dei 30.000 euro; nel caso di iscrizione ad un ente previdenziale di categoria (Cassa Forense, Inarcassa, Cassa Geometri, CNPADC), il contributo integrativo a carico del committente non costituisce parte del compenso del professionista, quindi il limite di 30.000 euro viene calcolato solo sui compensi. Le motivazioni di tale diverso trattamento sono descritte nella risoluzione 109/1996 del Ministero delle Finanze.
D. Sono un avvocato: quando riaddebito ad un mio cliente il contributo unificato sugli atti giudiziari, devo considerarlo per determinare il limite dei 30.000 euro ?
R. No, il rimborso delle somme anticipate in nome e per conto dei clienti non costituisce reddito per il professionista. A questo proposito, è necessario prestare attenzione al fatto che l'anticipazione sia effettuata "in nome e per conto" del cliente. Ad esempio, il riaddebito delle spese di viaggio che il professionista sostiene per conto del cliente (ma in nome proprio: i documenti di viaggio sono intestati al professionista!) costituisce reddito per il professionista; il pagamento di bolli, tasse e diritti per il proprio cliente (es. contributo unificato sugli atti giudiziari per gli avvocati, bolli e tasse comunali per architetti e geometri, diritti camerali per i commercialisti) sono invece anticipazioni ed il relativo rimborso non costituisce reddito per il professionista.
D. Ho cessato la mia precedente attività con partita IVA il 31 maggio 2009. Come si calcolano i tre anni per poter riaprire partita IVA con il regime dei minimi ?
R. E' possibile usufruire del regime dei minimi se si inizia la nuova attività successivamente al 1° giugno 2012. Come chiarito dall'Agenzia delle entrate durante il convegno Telefisco 2012, il termine di tre anni deve essere riferito a 3 anni "di calendario" (1° giugno 2009 - 31 maggio 2012) e NON a 3 periodi di imposta interamente privi di attività (2010, 2011 e 2012). Nella stessa risposta, il fisco ha specificato che il possesso di una partita IVA inattiva non comporta esercizio dell'attività. Così, se il contribuente ha chiuso partita IVA con decorrenza 31 maggio 2009, ma già da tempo non effettuava acquisti e non emetteva fatture per la propria attività, i 3 anni devono essere riferiti all'effettiva cessazione dell'attività.
D. Il compimento dei 35 anni di età comporta la fuoriuscita dal regime dei minimi ?
R. No, il regime dei minimi si applica sempre per l'anno di inizio dell'attività ed i 4 successivi, se permangono i requisiti di reddito, beni strumentali ecc. Il limite di 35 anni è una condizione di maggior favore, che consente di conservare il regime agevolato oltre il limite quinquennale, per i giovani che hanno iniziato l'attività successivamente al 31 dicembre 2007.
D. Ho 70 anni. Posso aprire partita IVA con il regime dei minimi ?
R. Sì, nel rispetto delle altre condizioni (e, in particolare, del fatto che l'attività intrapresa non sia la prosecuzione di una precedente attività esercitata come dipendente). Il regime dei minimi si applica per l'anno di inizio attività e i 4 successivi.
D. Ho 27 anni ma ho aperto partita IVA nel 2007. Posso conservare il regime dei minimi fino ai 35 anni ?
R. In base al testo attuale della norma, no. La prosecuzione del regime agevolato oltre il quinquennio si applica solo alle attività iniziate dopo il 31 dicembre 2007.
D. Ho lavorato presso uno studio legale con contratto a progetto. Adesso che sono iscritto all'Albo, posso aprire partita IVA con il regime dei minimi ?
R. Sì, come chiarito nella circolare 8/E/2001 (§ 1.2) e confermato a Telefisco 2012 "L'attività di collaborazione professionale prestata presso uno studio legale, anche se sotto forma continuata e collaborativa, costituisce solo una parte limitata dell'attività professionale di avvocato; di conseguenza quest'ultima non può essere considerata mera prosecuzione di quella precedente". Tale principio è valido a maggior ragione se il contratto a progetto era relativo al periodo di pratica obbligatoria.
D. A inizio 2009 ho aperto partita IVA e l'ho chiusa nello stesso anno. Nel 2010 ho riaperto partita IVA. Posso aderire al regime dei minimi nel 2012 ? I limiti di ricavi e beni strumentali ecc. sono rispettati.
R. No. L'attività iniziata nel 2010 non può essere considerata un'attività nuova, in quanto nel triennio precedente era già stata esercitata un'attività.
D. Ho iniziato l'attività nel 2009; nel 2011 ho adottato il regime fiscale ordinario perché il meccanismo delle detrazioni per oneri (spese mediche e mutuo) era più vantaggioso. Posso adottare il regime dei minimi per il 2012 ?
R. No. La risposta al punto 3.3 del provvedimento 185820/2011 prevede esplicitamente che "Coloro che, per scelta o al verificarsi di un motivo di esclusione, cessano di applicare il regime fiscale di vantaggio non possono più avvalersene, anche nell’ipotesi in cui [...] tornino in possesso dei requisiti"
D. Nel regime dei minimi posso applicare le detrazioni di imposta (interessi del mutuo e 36% per le ristrutturazioni) ? E quelle per il figlio a carico ? In caso negativo, può applicarle per intero mio marito ?
R. Riguardo alle detrazioni per oneri (interessi e ristrutturazioni) la risposta è negativa. In assenza di altri redditi soggetti a tassazione ordinaria ai fini IRPEF, le detrazioni vanno perse. Nel caso di genitori non legalmente ed effettivamente separati, le detrazioni per i figli a carico possono essere applicate per intero da parte del genitore con reddito più elevato, previo accordo tra i coniugi.
(ultimo aggiornamento: 17 / 6 / 2012)
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